Fai bene a non raccontarmi niente, sono terribilmente curioso io.
Ma anche se in fondo non ti conosco, sento di volerti bene.
Questa è dedicata a te.
Spero che niente ti impedisca mai di scegliere per la tua felicità.
Si spalancan tende di broccato
sul più bell'harem del reame.
Ma dalle gabbie d'oro manchi tu,
sei sfuggito sei scappato,
insieme a un povero crucco innamorato.
Hai sperato, hai sognato.
Hai schiacciato un bottone.
Hai aperto gli occhi neri,
nella villa lucente di tante stelle come ceri.
Ma al Marajà non si scappa,
non si sfugge,
non la si fà.
Sotto cupole di cristallo,
è arrivato a spron batutto.
Con il botto del cannore t'ha trovato.
Sono dolci catene d'oro,
a cui di nuovo non hai saputo dire no.
Giannizzari ottomani t'han legato,
ora riposi braccia stanche, occhi neri,
su stole di ermellino e cuscini di taftà,
sei di nuovo trofeo al Marajà!
Il Marajà ride, scherza e schiamazza,
ma veloce come lince t'ha ritrovato,
dopo averti lasciato solo, solo a chiederti se amavi un Marajà.
Marajà ha rubini e lapislazzuli,
ma solo una T fiero lo fa.
giovedì, dicembre 14, 2006
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3 commenti:
@__@ contenti tutti...
te lo rubo come titolo
ma lasciami aggiungere un punto di domanda
quello che per te è un punto di domanda per me è una faccina: @__@
buon viaggiuccio edo, ci becchiamo quando torni...
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