lunedì, giugno 30, 2008

|Fotoromanza|#1|

|Quasi non ci voglio credere...|

C'era una volta la Lambretta.
Milano, secondo dopoguerra, Innocenti fabbrica di tubi.
Nella penisola sta arrivando la motorizzazione di massa, e se mentre negli stati uniti spopolano Cadillac e Lincoln, in Italia arrivano le moto.
La Lambretta nasce con un telaio in tubolare a vista, senza carrozzeria, esattamente il contrario della Vespa Piaggio, nata da pezzi areonautici di quella flotta dell'aria che non aveva mai preso il volo durante il conflitto, assemblati dal geniale lavoro ingegneristico di Corradino D'Ascanio.
La Vespa fu un successo, e la Lambretta si rivestì, a mio parere con un abito ancora più elegante di quello areonautico confezionato da D'Ascanio.
















1971 - L'Innocenti vende il marchio e Lambretta rimane un piccolo sogno, un dolce ricordo nel cuore di tanti appassionati.
Nella mia Università, Politecnico Bovisa, se ne può ancora vedere una, azzurro carta da zucchero sulla quale scorazza il professor Philippe Daverio.







2008 - Politecnico Bovisa, uscita dalla stazione del Passante, cartellone pubblicitario.

Giovanni Cottone ricompra il marchio Lambretta, dopo una rocambolesca avventura con quello Garelli, produce il nuovo veicolo in Cina e lo riporta trionfalmente in Italia.
Testimonial d'eccezione, Valeria Marini, debitamente agghindata e photoshoppata.
La nuova Lambretta, presentata a Milano Marittima (...), sarà venduta nella serie limitata "Pato Diamonds", tutta tempestata di strass (...).

Nessuna attrattiva tecnica o tecnologica, design anonimo, qualità tutta da dimostrare, organizzazione o obiettivi di marketing tutti da dimostrare...
Una Lambretta tempestata di strass???
Ma a chi diavolo la vogliono vendere???
Ma chi è questo Cottone? Il fratello disperso di Briatore???

Sono sempre i migliori a lasciarci, per fortuna Ferdinando Innocenti ci ha lasciati da molto tempo...

domenica, giugno 29, 2008

|Temporale|

|Passano nubi e passano fulmini|

Brutta serata per i cacciatori di fulmini.
Completamente fuori sincro, li ho lasciati scappare tutti, magro bottino.
In un giorno ho letto un libro che diventerà pozzo di speranza per ogni mia citazione.
Già ieri notte ci pensavo...
"Sogno la felicità incartata nella croccante doratura di Ferrero Rocher", o qualcosa del genere, e l'immagine di quel piccolo cioccolatino con dentro tutta la mia felicità mi ha fatto dormire come un bambino troppo stanco dopo una giornata in spiaggia.
Non ho conosciuto giovani studentesse, lesbiche in chimono, trans color avorio, giudici slave, mammine traumatizzate e schizzate, nervose dirigenti, negri adescatori, ma cazzo quanto mi piace quel libro.

"Ecco potremmo scappare, andare a vivere in una di quelle vecchie case azzurre sulla riva dell'Atlantico, svegliarci con il sole sulle sottili onde grigie e farci bastare tutto così. Lo vedo nitidamente"

Ps
Ho deciso che ormai le cazzate vanno preso per quello che sono, cioè conservandone solo il lato migliore e lasciare che il resto scappi dal buco in fondo al secchio.
E' una vita tecnologica, ma le Danze Macabre non finiranno mai.

sabato, giugno 28, 2008

|Help!!!|

Web
|LAltraStanza needs you!|

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Thanks too much!


martedì, giugno 24, 2008

|NonQui.NonOra|

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|La sottile linea tra Stile e Moda|









Le Kitsch c'est chic,
C'est ce que il nous plait.



giovedì, giugno 19, 2008

|On Air|



|Viva la Vida|

Loading failed...

Volevo fare un bel post,
ma preferisco consigliarvi di leggere i due commenti qua sotto,
sicuramente molto più professionali!

Bacini&Rock'n'Roll

mercoledì, giugno 11, 2008

|Anime Metropolitane|

|Il Popolo del IPod|

Capito perché preferiamo ascoltare l'IPod che ascoltare voi?

Ps
La ⌘Q (MelaQ) può diventare una filosofia di vita.
Due tasti per cancellare quello che non va,
due tasti per liberare la mente.
Il frutto del peccato dell'albero della conoscenza e la lettera più angosciante per ogni bimbo delle elementari.
Un potere mistico e alchemico incontrollabile.

domenica, giugno 08, 2008

|Diaboliche Donne di Design|



|Grazie Patty!|
Patricia Urquiola è una simpatica sciura quarantenne che sfidando le leggi demografiche delle migrazioni della razza umana, che in questo periodo tracciano correnti che dalla nostra piccola penisola escono e vanno un po' ovunque, è arrivata, quasi novello salmone originario delle Asturie, a Milano, la vera Design Capital, e qua ha fatto fortuna.
Prima ci ha messo sul divano più costoso e desiderato del mondo, poi ha deciso che anche i cestoni in paglia di vienna avevano una loro degna estetica, è quindi voleva ci mettessimo pure lì, infine da instancabile caballeras senza macchia e senza paura, s'è inoltrata nel great trash anni '70 italiano, quello nato dall'incontro-scontro della civiltà della plastica con quella della provincia agricola italiana.
Per intenderci, questa sedia mi catapulta alla mia infanzia, ai paesini del Canavese, alle corti delle cascine di Agliè, Rivarolo e Bosco Nero, dove appunto le cadreghe da giardino con la seduta in cordina di plastica era la regola.
Pomeriggi di pinacola, bicchierini di barbaresco, crostate fatte in casa, aria tiepida e ombre fresche, glicini e lavande.
Uscendo dall'atmosfera romantico-amarcord, questa sedia mi ha veramente sconvolto: già a tre anni ero fondamentalmente convito che quelle cadreghe con il cordino di plastica fossero tremende, soprattutto quando l'anima di ferro dei cordini iniziava ad arrugginire e loro si allentavano.
Ora mi aspetto solo più il re-design dei bicchieri Duralex, quelli appunto in cui nonni e zii bevevano il loro cicchetto pomeridiano.
Insomma, complimenti a Miss Urquiola, che è riuscita a fare grandi cose per il nostro Paese!

Come disse una famosa cantante:
Quoi sert d'etre Edith Piaf, alors?

venerdì, giugno 06, 2008

|Deliri Spazio-Tempo di Bambole e Trash|

|Yes We Ken|
|Yes We Ken|

Stanotte dormirò con 30 bambole in camera mia.
Numerosi Ken e Barbie, con schiamazzanti nipotini, tutti riposti in un sacchetto ai piedi del mio letto, nuovo concetto di CPT ad alto livello di promiscuità e basso livello di igiene.
Puzzano pure un po' sti bambolotti.
Cosa non si fa per compiacere un'affermata mercante di vestiti su Second Life?

Ken fissa dritto in camera
-A volte pensavo che mi fosse quasi imposto di stare con lei...-

Quando desideri con tutto il cuore che qualcuno ti ami,
dentro ti si radica una follia che toglie ogni senso agli alberi,
all'acqua e alla terra.
E per te non esiste più nulla,
eccetto quell'insistente, profondo, amaro bisogno.
Ed è un sentimento comune a tutti, dalla nascita alla morte...

Denton Welch
Diario, 8 Maggio 1944, ore 23.15