venerdì, dicembre 22, 2006

Tempus_Fugit_

Il vecchio orologiaio aveva una lunga barba bianca, e dita sottili e delicate.
Ogni giorno si dedicava alla cura di tutti gli orologi, di tutte le pendole, di tutte le sveglie del suo piccolo negozio.
Quando la stanchezza gli affaticava la vista, posava i suoi piccoli occhiali dalla montatura d'oro e si soffermava sul mondo fuori dalla vetrina del suo piccolo negozio.
Tutto stava cambiano nella grande e grigia città.
Il colore della pelle dei suoi abitanti, la forma dei loro occhi giorno per giorno mostrava l'arrivo di nuove storie, di lontani paesi.
Le gonne si accorciavano, insieme alle magliette, mentre molte abitudini andavano in disuso, e altre invece diventavano alla moda.
Tutto cambiava in modo vorticoso, fuori da quel piccolo negozio.
Al suo interno invece regnavano solo i sogni e i ricordi, con la loro lentezza.
Il vecchio orologiaio si ricordava di ogni suo cliente, e sebbene non li conoscesse bene, ognuno di essi gli aveva comunicato qualcosa.
Negli ultimi tempi il vecchio orologiaio vedeva come l'ipocrisia prendeva il posto della modestia, come il narcisismo quello della gentilezza, e come la solitudine si insinuasse in ognuno di loro.
Questi non capivano l'orologiaio, non capivano perchè davanti a quel mondo terribile, cangiante, affascinanate, pieno di sensazioni, di passioni, di sesso, proprio non capivano come egli potesse preferire le sue polverose teche, le sue lente lancette, quei quadranti fissi e immutabili.

Ogni tanto se lo chiedeva lo stesso orologiaio.
Poi ricordando quel velo di tristezza, di morte che passava negli occhi dei volti sorridenti dei suoi clienti, preferiva inforcare i suoi piccolo occhiali, e continuare a curare la vita di tutti quei delicati meccanismi che riempivano il suo piccolo negozio.

2 commenti:

andrea ha detto...

scelta di vita niente male...

bui @_@

andrea ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.