C'era una volta la Lambretta.
Milano, secondo dopoguerra, Innocenti fabbrica di tubi.
Nella penisola sta arrivando la motorizzazione di massa, e se mentre negli stati uniti spopolano Cadillac e Lincoln, in Italia arrivano le moto.
La Lambretta nasce con un telaio in tubolare a vista, senza carrozzeria, esattamente il contrario della Vespa Piaggio, nata da pezzi areonautici di quella flotta dell'aria che non aveva mai preso il volo durante il conflitto, assemblati dal geniale lavoro ingegneristico di Corradino D'Ascanio.
La Vespa fu un successo, e la Lambretta si rivestì, a mio parere con un abito ancora più elegante di quello areonautico confezionato da D'Ascanio.
1971 - L'Innocenti vende il marchio e Lambretta rimane un piccolo sogno, un dolce ricordo nel cuore di tanti appassionati.
Nella mia Università, Politecnico Bovisa, se ne può ancora vedere una, azzurro carta da zucchero sulla quale scorazza il professor Philippe Daverio.
Nella mia Università, Politecnico Bovisa, se ne può ancora vedere una, azzurro carta da zucchero sulla quale scorazza il professor Philippe Daverio.
Giovanni Cottone ricompra il marchio Lambretta, dopo una rocambolesca avventura con quello Garelli, produce il nuovo veicolo in Cina e lo riporta trionfalmente in Italia.
Testimonial d'eccezione, Valeria Marini, debitamente agghindata e photoshoppata.
La nuova Lambretta, presentata a Milano Marittima (...), sarà venduta nella serie limitata "Pato Diamonds", tutta tempestata di strass (...).
Nessuna attrattiva tecnica o tecnologica, design anonimo, qualità tutta da dimostrare, organizzazione o obiettivi di marketing tutti da dimostrare...
Una Lambretta tempestata di strass???
Ma a chi diavolo la vogliono vendere???
Ma chi è questo Cottone? Il fratello disperso di Briatore???
Sono sempre i migliori a lasciarci, per fortuna Ferdinando Innocenti ci ha lasciati da molto tempo...
Sono sempre i migliori a lasciarci, per fortuna Ferdinando Innocenti ci ha lasciati da molto tempo...