[Madonnina]
Stasera sul lago c'era una bella luna, sembrava quasi piena, ma la Moleskine conferma che il plenilunio sarà domani.
Sembrava più grande ed era di un bell'arancione acceso.
Del resto non è esatto definire il colore della luna arancione, è come dire che una cattedrale è solida, tutta questione di accoppiamento sostantivo-aggettivo.
Al massimo era ambrata, rossastra o qualcosa del genere.
Eppure mi manca Milano.
Qua non c'è traffico, l'aria è pulita, è calmo, ma niente.
Mi manca il passante, Cadorna e Garibaldi, i cestini di via Torino messi esattamente per scerarci dentro quando vai verso le Colonne con la sigaretta accesa, il 3 dove non sale mai nessun controllore e quando lo fa basta far vedere l'abbonamento scaduto e te la cavi, piazza Scala, i vicoletti del Quadrilatero e di Brera, i ragazzi con la puzza sotto il naso e quelli per cui basta l'Audi e entrare al Plastic, i ronci pieni di soldi della Bovisa, gli architetti che ci screziano, i bar con l'happy hour e i mojito sempre buoni, la Hoepli piena di libri ma dove non trovi mai quello che cerchi, i creativi nascosti che ti lasciano ricordini sui muri o sulle strade e tu così sai che esistono e che poi in fondo Milano non quel postaccio abitato da grandi morti e da un pulviscolo di uomini coicainomani e suv-addicted, i femminielli sudamericani di Duomo che ormai sono tanti quanti i piccioni che fanni quasi ridere dall'imbarazzo, la Fabbrica del Vapore e quella pazza della Mendoza, quelli che presentano mostre ti squadrano e poi ti vengono addosso per vedere la tua reazione, i vecchi stronzi che provano un piacere sadico nell'umiliarti ma questi principalmente li trovi nelle mostre fighette o come definirle a Brera, quel pazzo di Naji Oleari che s'è dato al Bio e si incazza se non usi la bici ma lui c'ha i soldi quindi chissene può fare quel cazzo che gli pare, i commessi troppo famosi di troppi negozi famosi che dive manco la Lopez fosse al posto loro sempre vestiti meglio di te e questo ti fa prendere male ma meglio così poi non ti compri nulla, poi tutti quelli che se la tirano ma sì a Milano siamo già sul 70% e quelli che si fanno i cazzi loro perchè hanno i problemi loro e comunque sembra che se la tirino ancora più degli altri, a Milano non ci sono giornalisti, o meglio una volta ho visto Oscar Giannino a Torino, a Milano al massimo quello che faceva il TG5 e adesso Matrix cavolo come si chiama? e uno sfigato del grande fratello.
Si chiama Piazza Cavour quella vicino al Get Fit di Parco Palestro?
lunedì, agosto 27, 2007
domenica, agosto 26, 2007
[Al ladro, al ladro]
[Mazze ferrate]
Il concetto italiano di casa è terribilmente borghese: luogo dedicato completamente alla famiglia, rifugio e difesa contro l'esterno, culla di intimità e privacy.
Non è solo un concetto astratto, ma ogni mobile, ogni suppellettile, ogni muro diventa custode e parte di un qualcosa che caratterizza appunto lo spirito, l'atmosfera di ogni abitazione.
Per questo quando una casa viene violata da individui esterni, soprattutto se con cattive intenzioni, si viene pervasi dalla sensazione di indossare un abito sporcato da qualcun altro, dal disagio di non sentirsi più al sicuro proprio nel posto che è sicuro per definizione.
Inoltre, fin dall'inizio della civiltà, l'uomo ha strutturato la proprio società secondo regole bel precise, completamente diverse da quelle che contraddistinguono il regno animale.
Al posto della legge del più forte, si sono imposte normative, subito scritte da ogni popolazione non appena avuto accesso agli strumenti della scrittura, che guardando bene non sono affatto dissimili tra popoli lontani e molto diversi tra loro.
Già migliaia di anni fa possiamo trovare il comandamento non uccidere, e quello non rubare.
Ieri, a mezzogiorno, casa mia è stata violata da due ladri.
Hanno rubato due collane e un paio di orecchini, solo perchè per fortuna e per caso io sono salito al piano di sopra e ne ho scoperto uno.
Senza pensare, urlandogli dietro e rincorrendolo, l'ho costretto a saltare dal primo piano e scappare via. Evitando che potesse rubare molto di più.
Ma ormai la mia casa è stata violata, tre oggetti molto importanti per mia madre e mio padre sono stati perduti e ora io fondamentalmente odio i pakistani, poichè tale era l'etnia del ladro.
Sono ancora schifato dal pensare che mentre salivo le scale sentivo un fortissimo odore di sudore, in una casa che da quando sono bambino per me ha sempre e solo profumato.
E' stata violata anche in questa.
Il mio unico rimpianto è non aver avuto un bastone da spaccare in testa a quel fottuto bastardo.
Mia consolazione è che questo non fosse armato, perchè in tal caso forse adesso non sarei qui.
C'è una deformazione nel pensiero comune italiano: questi fatti vengono fondamentalmente giustificati.
Sono immigrati non hanno niente, poveri poveri.
Per chi ha ori o grandi casi invece è quasi giusto essere vittima di questi delinquenti, perchè da sempre nel nostro paese chi possiede qualcosa che vada oltre l'ordinario (concetto non ben specificato) suscita immediata invidia, quindi o l'ha rubato o l'ha ottenuto illecitamente.
Il concetto di lavoro onesto e faticoso è così fuori dalla nostra mentalità che praticamente non esiste e quindi non può essere causa di benessere economico e materiale.
Una mia amica, il giorno dopo aver subito un tentativo di stupro davanti al proprio portone di casa, in centro a Scemopoli, ha praticamente giustificato l'aggressore con pressapoco gli stessi motivi: è immigrato, è povero, magari è pure pazzo, non è colpa sua.
Ma se lo stupro fosse effetivamente avvenuto?
Quale sarebbe stato il prezzo di queste giustificazioni?
La proprietà privata e la sicurezza sono pilastri fondamentali di una società civile.
Eccessivi garantismi, tolleranze, indulti, pressapochismo, insomma il solito "volemose bene" di molta parte della classe dirigente si spiega semplicemente con il fatto che questi personaggi possono ottenere sicurezza e giustizia senza problemi, completamente a loro vantaggio.
Vedi il caso delle funi spezzate alla barca su cui stava Mastella.
Invece la sicurezza e la giustizia sono un diritto di tutti.
E per affermare ciò non ci sarebbe assolutamente bisogno di nascondersi dietro a torce e forconi da lega nord
Il concetto italiano di casa è terribilmente borghese: luogo dedicato completamente alla famiglia, rifugio e difesa contro l'esterno, culla di intimità e privacy.
Non è solo un concetto astratto, ma ogni mobile, ogni suppellettile, ogni muro diventa custode e parte di un qualcosa che caratterizza appunto lo spirito, l'atmosfera di ogni abitazione.
Per questo quando una casa viene violata da individui esterni, soprattutto se con cattive intenzioni, si viene pervasi dalla sensazione di indossare un abito sporcato da qualcun altro, dal disagio di non sentirsi più al sicuro proprio nel posto che è sicuro per definizione.
Inoltre, fin dall'inizio della civiltà, l'uomo ha strutturato la proprio società secondo regole bel precise, completamente diverse da quelle che contraddistinguono il regno animale.
Al posto della legge del più forte, si sono imposte normative, subito scritte da ogni popolazione non appena avuto accesso agli strumenti della scrittura, che guardando bene non sono affatto dissimili tra popoli lontani e molto diversi tra loro.
Già migliaia di anni fa possiamo trovare il comandamento non uccidere, e quello non rubare.
Ieri, a mezzogiorno, casa mia è stata violata da due ladri.
Hanno rubato due collane e un paio di orecchini, solo perchè per fortuna e per caso io sono salito al piano di sopra e ne ho scoperto uno.
Senza pensare, urlandogli dietro e rincorrendolo, l'ho costretto a saltare dal primo piano e scappare via. Evitando che potesse rubare molto di più.
Ma ormai la mia casa è stata violata, tre oggetti molto importanti per mia madre e mio padre sono stati perduti e ora io fondamentalmente odio i pakistani, poichè tale era l'etnia del ladro.
Sono ancora schifato dal pensare che mentre salivo le scale sentivo un fortissimo odore di sudore, in una casa che da quando sono bambino per me ha sempre e solo profumato.
E' stata violata anche in questa.
Il mio unico rimpianto è non aver avuto un bastone da spaccare in testa a quel fottuto bastardo.
Mia consolazione è che questo non fosse armato, perchè in tal caso forse adesso non sarei qui.
C'è una deformazione nel pensiero comune italiano: questi fatti vengono fondamentalmente giustificati.
Sono immigrati non hanno niente, poveri poveri.
Per chi ha ori o grandi casi invece è quasi giusto essere vittima di questi delinquenti, perchè da sempre nel nostro paese chi possiede qualcosa che vada oltre l'ordinario (concetto non ben specificato) suscita immediata invidia, quindi o l'ha rubato o l'ha ottenuto illecitamente.
Il concetto di lavoro onesto e faticoso è così fuori dalla nostra mentalità che praticamente non esiste e quindi non può essere causa di benessere economico e materiale.
Una mia amica, il giorno dopo aver subito un tentativo di stupro davanti al proprio portone di casa, in centro a Scemopoli, ha praticamente giustificato l'aggressore con pressapoco gli stessi motivi: è immigrato, è povero, magari è pure pazzo, non è colpa sua.
Ma se lo stupro fosse effetivamente avvenuto?
Quale sarebbe stato il prezzo di queste giustificazioni?
La proprietà privata e la sicurezza sono pilastri fondamentali di una società civile.
Eccessivi garantismi, tolleranze, indulti, pressapochismo, insomma il solito "volemose bene" di molta parte della classe dirigente si spiega semplicemente con il fatto che questi personaggi possono ottenere sicurezza e giustizia senza problemi, completamente a loro vantaggio.
Vedi il caso delle funi spezzate alla barca su cui stava Mastella.
Invece la sicurezza e la giustizia sono un diritto di tutti.
E per affermare ciò non ci sarebbe assolutamente bisogno di nascondersi dietro a torce e forconi da lega nord
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Notizia Quotidiana
venerdì, agosto 24, 2007
[Corrierone[#1]
[Giovedì d'Agosto]
Sul Corriere di ieri, 23 Agosto, c'era tutta l'Italia.
Il killer, le veline, i potenti e gli intellettuali.
Prima pagina, foto di due occhi azzurri.
Glaciali. Gli occhi del killer.
Il nuovo delitto all'italiana, versione estiva, ha trovato il suo protagonista.
Questo giovane ragazzo pavese, ormai diventato l'assassino.
Ovviamente in modo quasi delicato, sussurrando, ammiccando, il Corriere come tutti gli altri lo hanno già condannato.
Basta qualche foto ben tagliata, qualche titolo in grassetto, ed ecco il nuovo collega della mamma di Cogne.
E questo è giornalismo.
Pagina accanto.
Due giovani ragazze bionde, un fotomontaggio, un documento inviato a una delle tante riviste gossippare della penisola.
Ecco le veline, a caccia di celebrità, di quei 15 minuti promessi di Andy qualche decennio fa, ormai declinati anche nei tagli da giorni (caso Mele, UDC e la sua provocante accompagnatrice), mesi (Corona, ma probabilmente durerà ancora di più), anni (la ormai esperta Franzoni).
Qualche argomento inventerà Vespa dopo il geniale "Sabot o mestolo?"
Poco più avanti.
Due anni all'uomo che ha mandato alla deriva, dentro a un porto, lo yacht di Della Valle con ospite il Ministro della Giustizia Clemente Mastella.
Facile tirare in ballo i pirati della strada scarcerati dopo qualche giorno e subito diventati recidivi. Troppo facile. Ma si può non pensarci immediatamente?
Ovviamente no.
Infine il dibattito sulla zanzara finlandese.
Dunque piccola regressione sulla geografia finnica.
In estate in finlandia fa caldo, ovvio non 40 gradi, ma dai 20 ai 30 li fa.
Inoltre nel sud-est ci sono molti laghi, uno dei simboli di questa terra.
Morale: se per una stagione le temperature sono sopra la norma, è ovvio che attorno a questi bacini possano vivere e moltiplicarsi colonie di queste insetti.
E' il caso di occupare una pagina su questo argomento?
Tirando in ballo tutti i protagonisti della discussione.
Addirittura si cita un caso precedente, quella di Gad Lerner contro Merceds Bresso, governatore del Piemonte, che non disinfesta sufficientemente i dintorni delle risaie noveresi e vercellesi, dove il giornalista passa l'estati.
Questa è la tranquilla Italia ferragostana, sotto la pioggia e sotto gli incendi.
Questo è il Corriere, il mio quotidiano preferito, nonchè a parer mio il migliore e più importante tra quelli italiani.
Questo post mi servirà da promemoria e monito per le estati future.
Ps
Qualcuno può spiegare a Bondi che occoppiare diversi nomi a diversi aggettivi, dividendoli da virgole, non è fare poesia?
Al massimo è singolare modalità per scrivere liste per la spesa.
Sul Corriere di ieri, 23 Agosto, c'era tutta l'Italia.
Il killer, le veline, i potenti e gli intellettuali.
Prima pagina, foto di due occhi azzurri.
Glaciali. Gli occhi del killer.
Il nuovo delitto all'italiana, versione estiva, ha trovato il suo protagonista.
Questo giovane ragazzo pavese, ormai diventato l'assassino.
Ovviamente in modo quasi delicato, sussurrando, ammiccando, il Corriere come tutti gli altri lo hanno già condannato.
Basta qualche foto ben tagliata, qualche titolo in grassetto, ed ecco il nuovo collega della mamma di Cogne.
E questo è giornalismo.
Pagina accanto.
Due giovani ragazze bionde, un fotomontaggio, un documento inviato a una delle tante riviste gossippare della penisola.
Ecco le veline, a caccia di celebrità, di quei 15 minuti promessi di Andy qualche decennio fa, ormai declinati anche nei tagli da giorni (caso Mele, UDC e la sua provocante accompagnatrice), mesi (Corona, ma probabilmente durerà ancora di più), anni (la ormai esperta Franzoni).
Qualche argomento inventerà Vespa dopo il geniale "Sabot o mestolo?"
Poco più avanti.
Due anni all'uomo che ha mandato alla deriva, dentro a un porto, lo yacht di Della Valle con ospite il Ministro della Giustizia Clemente Mastella.
Facile tirare in ballo i pirati della strada scarcerati dopo qualche giorno e subito diventati recidivi. Troppo facile. Ma si può non pensarci immediatamente?
Ovviamente no.
Infine il dibattito sulla zanzara finlandese.
Dunque piccola regressione sulla geografia finnica.
In estate in finlandia fa caldo, ovvio non 40 gradi, ma dai 20 ai 30 li fa.
Inoltre nel sud-est ci sono molti laghi, uno dei simboli di questa terra.
Morale: se per una stagione le temperature sono sopra la norma, è ovvio che attorno a questi bacini possano vivere e moltiplicarsi colonie di queste insetti.
E' il caso di occupare una pagina su questo argomento?
Tirando in ballo tutti i protagonisti della discussione.
Addirittura si cita un caso precedente, quella di Gad Lerner contro Merceds Bresso, governatore del Piemonte, che non disinfesta sufficientemente i dintorni delle risaie noveresi e vercellesi, dove il giornalista passa l'estati.
Questa è la tranquilla Italia ferragostana, sotto la pioggia e sotto gli incendi.
Questo è il Corriere, il mio quotidiano preferito, nonchè a parer mio il migliore e più importante tra quelli italiani.
Questo post mi servirà da promemoria e monito per le estati future.
Ps
Qualcuno può spiegare a Bondi che occoppiare diversi nomi a diversi aggettivi, dividendoli da virgole, non è fare poesia?
Al massimo è singolare modalità per scrivere liste per la spesa.
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Notizia Quotidiana
martedì, agosto 21, 2007
[Una pillola azzurro pallido]
[Ruzena è morta.]
Il suo corpo senza vita giace ormai sulle nude piastrelle della sala abluzioni.
Ruzena è morta.
Le mani al ventre, gli occhi senza più vista, ultimo specchio di quel dolore che l'ha strappata via da noi.
Ruzena è morta, e quella piccola pillola azzurro pallido è stata il suo boia.
Il lettore piange e si dispera, illuso aveva creduto che l'autore lo risparmiasse dall'assistere a tale atrocità.
Nessuno conoscerà quell'essere radioso pieno d'amore, quella creatura risplendente di nobiltà d'animo che ella era diventata dopo la scorsa notte.
Nessuno dei casuali spettatori della sua vita scoprirà mai ciò.
Nè il povero giovane idraulico arso d'amore.
Nè le anziane e grasse pazienti della piccola stazione termale, nude come vestali al suo capezzale.
Nemmeno il lettore saprà mai a che vette avrebbe potuto giungere quell'animo puro e purificato dall'amore.
Sconvolto, umiliato, disperato, il lettore chiude il piccolo volume, senza più forza di proseguire.
Sperando solo che il sonno allontani quelle disgraziate immagini, osa credere prima di chiudere gli occhi in qualche sorta di miracolo.
Ma l'inganno non dura.
Prima dell'oblio un pensiero lucente e rapido come una saetta lo rassicura:
la giovane e dolce infermiera Ruzena, con il ventre gravido di una nuova vita, è uscita di scena.
La morte sul bordo di una piscina, dentro una piccola stazione termale.
Per capire come il mondo moderno ci abbia anche tolto il diritto alla tragedia.
Il suo corpo senza vita giace ormai sulle nude piastrelle della sala abluzioni.
Ruzena è morta.
Le mani al ventre, gli occhi senza più vista, ultimo specchio di quel dolore che l'ha strappata via da noi.
Ruzena è morta, e quella piccola pillola azzurro pallido è stata il suo boia.
Il lettore piange e si dispera, illuso aveva creduto che l'autore lo risparmiasse dall'assistere a tale atrocità.
Nessuno conoscerà quell'essere radioso pieno d'amore, quella creatura risplendente di nobiltà d'animo che ella era diventata dopo la scorsa notte.
Nessuno dei casuali spettatori della sua vita scoprirà mai ciò.
Nè il povero giovane idraulico arso d'amore.
Nè le anziane e grasse pazienti della piccola stazione termale, nude come vestali al suo capezzale.
Nemmeno il lettore saprà mai a che vette avrebbe potuto giungere quell'animo puro e purificato dall'amore.
Sconvolto, umiliato, disperato, il lettore chiude il piccolo volume, senza più forza di proseguire.
Sperando solo che il sonno allontani quelle disgraziate immagini, osa credere prima di chiudere gli occhi in qualche sorta di miracolo.
Ma l'inganno non dura.
Prima dell'oblio un pensiero lucente e rapido come una saetta lo rassicura:
la giovane e dolce infermiera Ruzena, con il ventre gravido di una nuova vita, è uscita di scena.
La morte sul bordo di una piscina, dentro una piccola stazione termale.
Per capire come il mondo moderno ci abbia anche tolto il diritto alla tragedia.
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Libri
lunedì, agosto 20, 2007
[Nuvole]
[Notte Grigio Piombo]
Oggi è arrivato il temporale.
Non ho mai visto nuvole così nere.
Prima si sono radunate dietro le colline, vicino Brescia.
Poi sempre più velocemente si sono affacciate sul lago, mentre metà cielo era azzurro e l'altra metà grigio piombo.
Ho corso in fretta verso l'auto lungo tutta la passeggiata. Non ho guardato nessuno in faccia, in verità in giro non c'era quasi più nessuno.
Pochi locali aperti, la luce delle entrate degli hotel mi ha fatto pensare ai porti nei quali i marinai da millenni si sono rifugiati durante le tempeste.
Luci calde e accoglienti.
Correndo le ho percepite solo di sfuggita.
Appena salito in auto è cominciato tutto.
Stasera fa freddo, e persino il lago è silenzioso. Dalla spiaggia non arriva nemmeno il rumore delle onde.
E' una notte limpida, mi spiace non aver nemmeno fotografato un lampo qualche ora fa.
Sembra sempre che tutto debba cambiare, invece dopo ogni tempesta tutto resta come prima, va avanti come già stabilito da chissà chi e chissà dove.
In verità sono solo scuse.
Scuse per continuare a immaginare il futuro senza iniziare seriamente a costruirlo.
Sto leggendo Milan Kundera, Il valzer degli addii.
Per Kundera ormai l'umanità vive per episodi.
Chi ha inventato le situation comedy deve essersi ispirato ai suoi libri.
Fortunati gli uomini che si trovano nelle puntate più emozionanti.
Per gli altri non c'è nemmeno la consolazione della chiusura anticipata della serie, causa bassi ascolti.
Sul mio letto non c'è nessuno a salutarvi.
Io sono stanco e penso che chiuderò gli occhi.
Del resto la melanconia è sempre causata dalla bassa pressione.
Tra qualche giorno dovrebbe tornare il sole.
Con l'alta pressione nessuno ascolta più gli Afterhours.
Oggi è arrivato il temporale.
Non ho mai visto nuvole così nere.
Prima si sono radunate dietro le colline, vicino Brescia.
Poi sempre più velocemente si sono affacciate sul lago, mentre metà cielo era azzurro e l'altra metà grigio piombo.
Ho corso in fretta verso l'auto lungo tutta la passeggiata. Non ho guardato nessuno in faccia, in verità in giro non c'era quasi più nessuno.
Pochi locali aperti, la luce delle entrate degli hotel mi ha fatto pensare ai porti nei quali i marinai da millenni si sono rifugiati durante le tempeste.
Luci calde e accoglienti.
Correndo le ho percepite solo di sfuggita.
Appena salito in auto è cominciato tutto.
Stasera fa freddo, e persino il lago è silenzioso. Dalla spiaggia non arriva nemmeno il rumore delle onde.
E' una notte limpida, mi spiace non aver nemmeno fotografato un lampo qualche ora fa.
Sembra sempre che tutto debba cambiare, invece dopo ogni tempesta tutto resta come prima, va avanti come già stabilito da chissà chi e chissà dove.
In verità sono solo scuse.
Scuse per continuare a immaginare il futuro senza iniziare seriamente a costruirlo.
Sto leggendo Milan Kundera, Il valzer degli addii.
Per Kundera ormai l'umanità vive per episodi.
Chi ha inventato le situation comedy deve essersi ispirato ai suoi libri.
Fortunati gli uomini che si trovano nelle puntate più emozionanti.
Per gli altri non c'è nemmeno la consolazione della chiusura anticipata della serie, causa bassi ascolti.
Sul mio letto non c'è nessuno a salutarvi.
Io sono stanco e penso che chiuderò gli occhi.
Del resto la melanconia è sempre causata dalla bassa pressione.
Tra qualche giorno dovrebbe tornare il sole.
Con l'alta pressione nessuno ascolta più gli Afterhours.
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Banalità
domenica, agosto 19, 2007
[Riflessioni[#1]
[Un uomo in Ponda]
Questi giorni ho requisito la Panda del nonno per andare al lavoro.
E ho riscoperto il piacere sadico nel guidare un'auto agile come un gatto e stabile come un cammello.
Inoltre, essendo sprovvista di impianto audio, ho riscoperto l'antica abitudine di pensare mentre si guida, come già facevo sempre sulla mia defunta Clio.
Ed effettivamente la fecondità creativa del pensiero del guidatore è incredibile.
Tra una curva e l'altra, tra una nuvoletta di pensiero e la successiva ecco l'idea di scrivere i "Dialoghi di un'uomo e la sua Ponda".
Ponda perchè come giustamente osserva la Sara, è una vergogna chiamare ancora Panda la nuova Panda, un insulto a Giorgetto Giugiaro e a quell'auto che tanti abbiamo guidato (io no, dovrei rimediare), ecco quindi che davanti a una piadina a Cunetto è nato lo svarione Ponda!
Francamente a me sembra geniale, e sia come sia appena il nonno acconsentirà e la Panda diventerà mia, la battezzerò Ponda.
Tutto questo è nato in sella alla mia Ponda.
Non vedo più limiti alla mia cretività!
Questi giorni ho requisito la Panda del nonno per andare al lavoro.
E ho riscoperto il piacere sadico nel guidare un'auto agile come un gatto e stabile come un cammello.
Inoltre, essendo sprovvista di impianto audio, ho riscoperto l'antica abitudine di pensare mentre si guida, come già facevo sempre sulla mia defunta Clio.
Ed effettivamente la fecondità creativa del pensiero del guidatore è incredibile.
Tra una curva e l'altra, tra una nuvoletta di pensiero e la successiva ecco l'idea di scrivere i "Dialoghi di un'uomo e la sua Ponda".
Ponda perchè come giustamente osserva la Sara, è una vergogna chiamare ancora Panda la nuova Panda, un insulto a Giorgetto Giugiaro e a quell'auto che tanti abbiamo guidato (io no, dovrei rimediare), ecco quindi che davanti a una piadina a Cunetto è nato lo svarione Ponda!
Francamente a me sembra geniale, e sia come sia appena il nonno acconsentirà e la Panda diventerà mia, la battezzerò Ponda.
Tutto questo è nato in sella alla mia Ponda.
Non vedo più limiti alla mia cretività!
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Pensieri e Appunti
lunedì, agosto 13, 2007
[Guida Pratica[#1]
[Help yourself]
Oggi aiuta te stesso.
Svegliati e sorridi.
Apri la finestra e guarda il cielo azzurro.
Vai in cucina, metti il tuo CD preferito e preparati una colazione da grand hotel.
La marmellata al mattino fa sempre sorridere.
Fa tostare il pane, senti come profuma.
Versa il latte nella tazza, senti il rumore dolce quando tocca dolcemente la porcellana bianca.
Oggi aiuta te stesso.
Metti quel vestito che tieni sempre nell'armadio, quello che ti sembra sempre troppo elegante.
Mettilo e guardati allo specchio. E sorridi.
Lavati i denti: anche il profumo di menta migliora la giornata, tua e degli altri.
Andando a lavoro cammina a testa alta, e sorridi.
Non metterti l'ipod, ma prova ad ascoltare i casino della città appena sveglia. Anche quella è armonia.
In ufficio saluta tutti, mettiti comodo, lavora e concediti una pausa caffè.
A pranzo evita il solito baretto sfigato, vai dove ti cucinano quello che preferisci, prendi una bella bottiglia d'acqua
e siediti al sole, tira fuori il libro che vuoi assolutamente finire e rilssati.
Oggi aiuta te stesso.
Quando torni a casa la sera, pensa a cosa vorresti cucinare.
Controlla se hai tutti gli ingredienti e mettiti ai fornelli.
Apparecchia la tavola proprio come quando hai ospiti alla domenica.
Ma dato che sei solo guardati la nuova puntata del tuo telefilm preferito.
Poi lava i piatti e lascia la cucina in ordine.
Oggi aiuta te stesso.
La sera è fresca, mettiti sul balcone a leggere.
Portati qualcosa da bere, e ogni tanto fai caso a come la città si calma, come il silenzio inizia a scendere tre le sue vie.
Bagna i fiori che hai piantato nei vasi.
E se non è troppo tardi chiama un amico, e chiacchiera del più e del meno.
QUando finalmente, stanco ma tranquillo, ti stenderai sul tuo letto, pensa che oggi hai aiutato te stesso.
PS
Programma da non seguire più di una volta alla settimana, l'ottimismo in dosi massicce provoca gravi crisi di isterismo.
Oggi aiuta te stesso.
Svegliati e sorridi.
Apri la finestra e guarda il cielo azzurro.
Vai in cucina, metti il tuo CD preferito e preparati una colazione da grand hotel.
La marmellata al mattino fa sempre sorridere.
Fa tostare il pane, senti come profuma.
Versa il latte nella tazza, senti il rumore dolce quando tocca dolcemente la porcellana bianca.
Oggi aiuta te stesso.
Metti quel vestito che tieni sempre nell'armadio, quello che ti sembra sempre troppo elegante.
Mettilo e guardati allo specchio. E sorridi.
Lavati i denti: anche il profumo di menta migliora la giornata, tua e degli altri.
Andando a lavoro cammina a testa alta, e sorridi.
Non metterti l'ipod, ma prova ad ascoltare i casino della città appena sveglia. Anche quella è armonia.
In ufficio saluta tutti, mettiti comodo, lavora e concediti una pausa caffè.
A pranzo evita il solito baretto sfigato, vai dove ti cucinano quello che preferisci, prendi una bella bottiglia d'acqua
e siediti al sole, tira fuori il libro che vuoi assolutamente finire e rilssati.
Oggi aiuta te stesso.
Quando torni a casa la sera, pensa a cosa vorresti cucinare.
Controlla se hai tutti gli ingredienti e mettiti ai fornelli.
Apparecchia la tavola proprio come quando hai ospiti alla domenica.
Ma dato che sei solo guardati la nuova puntata del tuo telefilm preferito.
Poi lava i piatti e lascia la cucina in ordine.
Oggi aiuta te stesso.
La sera è fresca, mettiti sul balcone a leggere.
Portati qualcosa da bere, e ogni tanto fai caso a come la città si calma, come il silenzio inizia a scendere tre le sue vie.
Bagna i fiori che hai piantato nei vasi.
E se non è troppo tardi chiama un amico, e chiacchiera del più e del meno.
QUando finalmente, stanco ma tranquillo, ti stenderai sul tuo letto, pensa che oggi hai aiutato te stesso.
PS
Programma da non seguire più di una volta alla settimana, l'ottimismo in dosi massicce provoca gravi crisi di isterismo.
sabato, agosto 04, 2007
[Estetica]
[Da Belzebù al Nano]
Andreotti (se non sai chi è Giulio Andreotti salta questo post a piè pari) ha dichiarato di aver rinunciato ad un intervento di chirurgia estetica per correggere uno dei suoi più famosi "difetti" estetici, le orecchie a sventole, poichè questo avrebbe gettato la sua figura nell'anonimato.
"Ho sempre temuto l'anonimato più dei miei padiglioni auricolari"
Ho sempre pensato che la vecchia guardia dei politici della Prima Repubblica fosse composta da delinquenti, incapaci, truffatori, bugiardi e aprofittatori.
L'unica differenza rispetto ai rappresentati della Seconda Repubblica è che almeno quelli di prima sapevano farci ridere.
Andreotti (se non sai chi è Giulio Andreotti salta questo post a piè pari) ha dichiarato di aver rinunciato ad un intervento di chirurgia estetica per correggere uno dei suoi più famosi "difetti" estetici, le orecchie a sventole, poichè questo avrebbe gettato la sua figura nell'anonimato.
"Ho sempre temuto l'anonimato più dei miei padiglioni auricolari"
Ho sempre pensato che la vecchia guardia dei politici della Prima Repubblica fosse composta da delinquenti, incapaci, truffatori, bugiardi e aprofittatori.
L'unica differenza rispetto ai rappresentati della Seconda Repubblica è che almeno quelli di prima sapevano farci ridere.
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Pensieri e Appunti
venerdì, agosto 03, 2007
[Estate[#7]
[Agosto]
- Sara, cosa pensi degli uomini che si grattano il pacco?
- Gli uomini? Penso che gli prude.
Mi sembra il modo migliore per inaugurare Agosto!
See ya!
- Sara, cosa pensi degli uomini che si grattano il pacco?
- Gli uomini? Penso che gli prude.
Mi sembra il modo migliore per inaugurare Agosto!
See ya!
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