martedì, settembre 04, 2007

[Estate[#9]

[Ordinaria follia turistica]

E' settembre, e anche la specie turistica subisce il tempo.
Qualcuno mi aveva detto che quelli di settembre sono molto più esigenti, ma anche molto più "fighetti".
Per adesso i turisti di settembre sono semplicemente pazzi.
Tedeschi di 130 anni che non sanno nemmeno una parola in inglese, che ti raccontano la vita in quella fottuta lingua per chiederti una fottuta weiss, che vedendo che non capisci un'acca iniziano a scuotere il capo mormorando, come se avessero davanti il nipote down mai e poi mai desiderato.
Gli inglesi di settembre ti parlano in francese, dicendoti che vengono dal Galles. Poi non mancano le coppi lesbo di nonnette anche loro sui 130 a capoccia, che sputacchiando ti chiedono un thè caldo con latte o le forchette per tagliare il toast.
Infine orde di rumeni, manco barbari.
Arrivano perfino a cercare di rubarsi le coppe dei gelati, chiedendo gentilmente se è possibile portarsele a casa. L'anima più profonda di un popolo è difficile da cancellare...
E poi gli italiani cazzoni, quelli da un centesimo di mancia lasciata in bella mostra sul tavolo, quelli che vengono da non si sa dove e non sanno manca parlare la loro lingua, quelli che non chiedono le cose ma le sussurrano, manco la sibilla nella grotta cumana, quelli pieni di soldi che sono costretti a sposarsi bionde slave perchè nessuna nel nostro amato paese di esteti, estetisti e shampiste sarebbe disposta a prenderseli.

I miei capi giocano al super enalotto, come se non avessero già abbastanza soldi, qualcuno ha imbrattato le vetrine del Bar Nero, bar museo dedicato alla Repubblica Sociale Italiana, e noi stiamo organizzando un venerdì devasto a base di alcol, grigliate e discoteca, che chic la vita nottura del Garda.
Intanto nuvole, vento, sole e tempesta si alternano, e mentre piove sui nostri volti silvani, sulle tamerici arse e sparse, e mentre al Vittoriano D'Annunzio dalla sua tomba si gode il lago e tutte le installazioni che gli hanno messo attorno manco fosse natale, io e la Licia con i nostri volti meno silvani corriamo avanti e indietro a mettere e togliere cuscini.
Che Martedì poetico.

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