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Punto di domanda.
Posto dopo una frase la conclude, esplica la necessità, il desiderio sottinteso.
La chiude in attesa di risposta.
Il punto di domanda posto alla fine di una frase non lasci scampo.
Ma da solo cosa può quel piccolo segno grammaticale?
Nulla. Risposta perentoria.
Da solo indica solo confusione, fraintendimento, labirinti.
La semplice incapacità di darsi spiegazioni e risposte.
Risposte a certi ricordi, a certi sguardi, a certi momenti vissuti.
A quelle parole che non si sono dette, a quei pensieri di cui ci siamo semplicemente convinti.
Alla convinzione di forse aver vissuto solo una dolce costruzione mentale, o forse di non aver combattuto abbastanza per conquistare quello che ci aspettava dietro l'angolo.
Il punto di domanda può facilmente riassumere un'anima, uno stato mentale, un periodo della nostra vita.
Cosa abbiamo vissuto? Cosa abbiamo lasciato? Cosa abbiamo perso?
Questi punti di domanda sono troppo freddi e glaciali per ottenere risposte esaustive.
Meglio disegnarne uno, solitario su una pagina vuota, inghiottito dal bianco di un innocente foglio di carta.
Domani riparto, vedremo cosa succederà a quel solitario punto interrogativo.
Bacini e Rock&Roll
2 commenti:
sempre in viaggio?
è delirio psico-motorio alla erasmo da rotterdam :)
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